Nella nostra vita spesso ci sono persone dalle quali ci lasciamo invadere. Come tracciare un confine se non vogliamo essere invasi?
A volte, per il semplice fatto che si tratta di persone a noi molto vicine e con le quali abbiamo un legame di sangue, facciamo tutto quello che ci chiedono.
Cosa intendo con tutto? Come tracciare un confine se non vogliamo essere invasi?
Non mettiamo dei limiti, cerchiamo di dirgli sempre di sì e di accontentarli nelle loro richieste.
Questo atteggiamento a lunga andare diventa insostenibile e non ci lascia spazio per vivere la nostra vita e occuparci delle nostre cose.
Io sono la minore di tre fratelli. Si direbbe che potrei rivolgermi a loro e chiedere aiuto quando mi occorre. Non è così e succede il contrario. Ci sono delle motivazioni molto importanti per cui nella mia famiglia, i miei fratelli maggiori si rivolgono a me, come se fossi la più grande. Ora non scendo nei particolari, vi basti sapere che loro sono più bisognosi di me. Per questo motivo sono in continua richiesta. Se io pensassi esclusivamente a loro, non avrei più la possibilità di pensare a quello che è la mia vita, le cose che voglio fare e come voglio procedere. Significa rinunciare a una parte di me, quella essenziale per vivere.
E non è possibile rinunciare a sè stessi; non è giusto! Farlo vorrebbe dire danneggiare la mia vita e ad un certo punto, anche la vita dei miei fratelli. Infatti se io li soddisfacessi in tutto, loro non si prenderebbero nessuna responsabilità e non arriverebbero mai a crescere. Così farei del male a me stessa e a loro.
Per cui analizziamo la situazione:
Per prima cosa chiediamoci come mai lo facciamo, perché diciamo sempre di sì?
Le risposte possono essere svariate:
- Perché ci sentiamo in colpa e non è ammissibile dire un no
- Se gli diciamo di no, abbiamo paura di perdere chi ci è vicino
- Pensiamo che se non l’accontentiamo ci vorrà più bene e si allontanerà da noi
- Per senso del dovere
- Per paura di essere abbandonati
Ce ne sono anche altri che più o meno hanno origine da questi elencati qui sopra.
Ecco se una di queste è la risposta, vi esorto a non ascoltarla, perché non è un valido motivo per dare e per rendersi disponibile verso una persona.
Come seconda cosa dopo aver cercato di capire il reale motivo di questo comportamento, cerchiamo di renderci conto che non potremo fare tutto per tutti. Farlo richiede uno sforzo sovrumano.
Quindi, abbiamo la necessità di mettere un confine; arginare le richieste che ci vengono fatte.
Come farlo?
Se la persona che le fa si trova in una costante situazione di bisogno come il caso dei miei fratelli, possiamo stabilire un momento in cui saremo disposti ad ascoltarla. Per esempio, può essere un’ottima soluzione stabilire quando ci sentiremo al telefono o quando incontrarsi. Come tracciare un confine se non vogliamo essere invasi?
Se prima eravate abituati a sentirvi tutti i giorni, si può ridurre ad una o due volte alla settimana; oppure se era 4 o 5 volte al giorno, stabilire solo 1 volta al giorno.
Se ci chiede 5 favori, vediamo se riusciamo a fargliene almeno 1, che sia compatibile con i nostri impegni e che non ci arrechi stress e disagio.
Ecco questa è una tecnica per essere presenti in un momento di necessità, mettendo alcune condizioni che ci aiutino a pensare prima a noi stessi.
Mettere un argine significherà iniziare a dire alcuni NO e nel tempo ci accorgeremo che farlo struttura sia noi che l’altra persona. Aiuta noi a mettere i nostri confini e aiuta l’altro a crescere.
Dire un no potrebbe risultare più complicato di quello che pensiamo. Per i motivi che elencavo qui sopra; dire no significa prendere una posizione scomoda. Ma prima di tutto significa, perdere qualcosa.
Nel no, c’è una nostra scelta. Scelgo un no e rinuncio a una cosa; ne tengo un’altra. Ma se abbiamo il terrore della perdita e a me succede proprio così, vorremo tenere tutto.
Non è facile gestire la relazione che abbiamo con noi stessi. Nel dire no, ci può arrivare rabbia, tristezza, desolazione e senso di frustrazione. Per queste emozioni dobbiamo aumentare la nostra saggezza e consapevolezza; cercare di accettare la rabbia che arriva, fare un profondo respiro e fermarci. In questo caso la meditazione aiuta molto a centrarsi. Quando siamo più tranquilli, diventiamo empatici e capiamo meglio sia i nostri bisogni che i bisogni dell’altro. Arrabbiarsi non servirà a staccarci dalle persone con i quali vogliamo avere dei confini; anzi, la rabbia crea un legame come l’amore, ma in modo negativo.
Spero di avervi aiutato a capire un pò di più come rapportarvi con voi stessi e con gli altri, in modo da rendere le relazioni più leggere, consapevoli e mature.
Buone relazioni!