Dal sentirsi feriti e abbandonati al capire come amare

Dal sentirsi feriti e abbandonati al capire l'arte di amare

Oggi vado un pò più nel dettaglio riguardo alla ferita di abbandono; dal sentirsi feriti e abbandonati al capire l’arte di amare.

Perchè in effetti ne conosco ogni angolo, sfaccettatura, risvolto e quindi, per questi motivi, sono a conoscenza anche delle possibili soluzioni. Dal sentirsi feriti e abbandonati al capire come amare.

Questa è la ferita della mia anima, fin da quando sono nata. Ed è qui che devo lavorare per evolvere. Dal sentirsi feriti e abbandonati al capire come amare

In questo senso posso chiamarla la ferita principale; poi ce ne sono altre a cui si può dare il termine di ferite secondarie.

Quando nell’arco della nostra vita superiamo la principale, ci troviamo dopo poco ad avere a che fare con un’altra ferita, che può essere quella di ingiustizia, di tradimento, di rifiuto e di umiliazione.

Come si esprimeva? Dal sentirsi feriti e abbandonati al capire l’arte di amare

Il momento in cui iniziai a chiedermi se c’era qualcosa che non andava nel mio atteggiamento è stato quando andai a vivere con il mio primo partner. Infatti, come ho già detto, nelle relazioni la prima cosa che viene in superficie è proprio la nostra ferita interiore.

Per darvi un’idea di come si esprimeva in quell’occasione, faccio qui una serie di esempi.

Mi trovavo in un’altra stanza e volevo chiedere qualcosa al mio partner; non mi avvicinavo e restavo lì. Forse dentro di me avevo una leggera incazzatura e pretendevo che lui mi capisse anche ‘da lontano’. Così dall’altra stanza gli ‘gridai’ quello di cui avevo bisogno. Lui non capiva, forse non mi sentiva, ma molto probabilmente gli dava anche fastidio essere interpellato in quel modo e non vedermi in faccia mentre gli parlavo. Così io mi sentivo frustrata. Dal sentirsi feriti e abbandonati al capire l’arte di amare

A quel punto gli andavo vicino e gli chiedevo scocciata: “Ma scusa non mi senti, perchè non rispondi?” E lì già nasceva una discussione sentendoci entrambi rifiutati o abbandonati. In quel caso il nostro inconscio aveva ottenuto ciò che voleva: sentirsi abbandonato. Perchè se vogliamo veramente chiedere qualcosa al nostro partner magari qualcosa di importante di cui necessitiamo una risposta, ci avviciniamo a lui e gli parliamo guardandolo in faccia, cercando di farci capire e ottenendo ciò che vogliamo. Cioè accettazione e non rifiuto e abbandono.

Qui ho fatto l’esempio di un partner, ma le stesse regole valgono per qualsiasi tipo di conversazione; per esempio anche in un ambiente di lavoro, con un collega o con un superiore. Se non troviamo il modo e il momento giusto per parlarci, otterremo un rifiuto e non avremo considerazione.

La prima cosa da fare è chiedersi:

Che cosa voglio ottenere veramente in questa situazione? Fare questo primo passo ci permette di andare nel nostro profondo e vedere veramente cosa vogliamo. E’ una domanda da porsi, perchè può darsi che la nostra voglia di essere ‘abbandonati’ o rifiutati, sia così inconscia e profonda che non ne siamo consapevoli. Io credo di non esserne stata consapevole per gran parte della mia vita.

La seconda riflessione da fare è ammettere che in quel modo io in realtà non sto cercando accoglienza e comprensione, ma una parte di me forse vuole rovinare tutto, mandare tutto all’aria. Sì, proprio così, ROVINARE TUTTO! Vi sembra così improbabile? Non lo è perchè in ognuno di noi c’è una parte ombra che distrugge. Forse si tratta di una parte buia che non vuole crescere per paura oppure perchè in fondo pensa di non meritarsi tanta abbondanza e felicità, così tende a distruggere. Dal sentirsi feriti e abbandonati al capire l’arte di amare

Il perchè di questo comportamento è recondito e ha radici antiche. Sicuramente, non ne siamo consapevoli, altrimenti non lo metteremmo in atto. Allora, per portarlo alla luce e diventare più coscienti, proviamo ad analizzare i vantaggi che abbiamo a tenere questo comportamento.

Quali vantaggi abbiamo a cercare sempre un rifiuto e restare così ‘bambini’ insoddisfatti?

Ce ne sono diversi, li elenco qui:

  • posso fare la vittima ed essere compatito dagli altri. Sarò così sempre al centro dell’attenzione.
  • essendo ‘piccolo’ e vittima non mi si potrà chiedere di fare cose da grandi; non potrò prendermi le mie responsabilità e così non sono obbligato a crescere e a cambiare.
  • Gli altri si prenderanno cura di me costantemente perché io ho bisogno!

Ecco, guardate se vi ritrovate in uno di questi atteggiamenti, se in fondo in un’area un pò nascosta, provate piacere a sentirvi così.

Solo rendendomi conto che dopo certe risposte ci rimanevo male e soffrivo, a un certo punto ho dovuto chiedermi che cosa veramente volevo ottenere.

Mi chiesi perchè andavo a cercarmi un abbandono o un rifiuto. Cosa volevo in realtà? Perchè se volevo accoglienza e accettazione non era quella la strada per averli.

Un’altro modo per farsi rifiutare è il seguente:

andavo da qualcuno che è poco sorridente, chiuso in sè, spesso arrabbiato e chiedevo che fosse disponibile, sorridente e sereno. Non poteva esserlo, perchè non gli era stato insegnato e quindi non ne era capace. E’ quello che si dice, “andare dal macellaio a chiedere il latte.” Il macellaio che vende la carne, non potrà darti il latte. Così pure un partner che non è in grado di dare perchè non gli è stato insegnato, non sa come si fa e probabilmente sarà anaffettivo. L’unico modo di rapportarsi è quello che conosce lui e crede sia giusto così; farà fatica a fare in un’altra maniera se non gli è stato insegnato.

Vi faccio questi esempi perchè io per prima ho vissuto queste esperienze e ho imparato ‘sulla mia pelle’.

Ma fino a non tanto tempo fa, ero quella che non trovava un modo per ottenere ciò che voleva, provocava la lite e dopo si metteva in un angolo piangendosi addosso e dicendo a sè stessa che nessuno le voleva bene.

Ci sono voluti molti anni per capire che questo era la prima cosa da cambiare! Io dovevo prendermi le mie responsabilità e potevo fare meglio. Qualcuno mi ha insegnato come fare ad amare.

Questo è un altro discorso un pò più complesso che forse richiede un articolo a parte; anzi perchè non ve ne parlo la prossima volta?

Cercare di capire come fare ad amare; da dove iniziare?

Ve lo spiego la prossima volta!

A presto,

Morena Botteghi

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