Dalla perdita alla rinascita: come sono riuscita ad arrivare all’amore autentico

Dalla perdita alla rinascita: il mio viaggio verso l'amore autentico

Per capire come imparai ad amare devo fare un passo indietro. Dalla perdita alla rinascita: il mio viaggio verso l’amore autentico

Andare nel momento in cui persi mia madre; uno degli eventi più tristi della mia vita, ma anche il più trasformativo.

Infatti lei per me era tutto quello che un bambino può desiderare. La mia vita gravitava intorno a lei; da un certo punto di vista era come se ne fossi innamorata. Dalla perdita alla rinascita: il mio viaggio verso l’amore autentico

Voi direte che questo è un atteggiamento normale per tutti; infatti normalmente siamo legati a nostra mamma. In Italia poi è come se ci fosse una cultura della figura materna, poichè è così importante per tutti i membri della famiglia.

Io vi rispondo che sì, è normale. Ma qui devo fare delle differenze, in modo da far capire l’importanza della sua figura rispetto alla nostra età e come noi ci percepiamo nelle nostre fasi di vita.

Diciamo così; una mamma è il centro del mondo quando abbiamo un’età attorno ai 5 o 6 anni. Già quando iniziamo a rapportarci con i coetanei di quell’età, lei è ancora un punto di riferimento importante, ma vediamo anche gli altri attorno a noi. Poi crescendo in età adolescenziale, ci sarà ancora un pò più di distacco fino a diventare adulti; momento in cui dovremmo già essere completamente indipendenti da lei. Nonostante questo la mamma resterà comunque una figura essenziale, fino a che sarà in vita.

Quando lei morì, per me era ancora il centro del mondo, nonostante io avessi già 22 anni. Per cui potete immaginare lo schock e come riuscii a gestirlo.
Emotivamente era come se fossi ferma ad un’età infantile. Mi sentivo smarrita e se mi guardavo dentro per cercare un appiglio, ci trovavo il vuoto assoluto. In qualche modo era come se fossi ‘anestetizzata’.

Infatti ero scioccata ma faticavo a piangere; ad esprimere anche solo una emozione che fosse di rabbia, smarrimento o dolore. Questo dipendeva da come ero cresciuta, da cosa mi avevano trasmesso i miei genitori e da come me lo avevano trasmesso.

Se in età infantile un distacco dai genitori viene vissuto come un trauma (e a molti di noi succede), si faticherà a sentire le emozioni. Proprio così: SENTIRE LE EMOZIONI.

Non tutti siamo in grado di farlo; quando per esempio proviamo tanta gioia e felicità, forse non riusciamo a mostrarlo agli altri. E nello stesso modo, se c’è qualcosa che ci addolora, ci chiudiamo e non dimostriamo nulla.

Ecco io ero così! Tant’è che quando lei tornò alla luce, io non piansi neanche una lacrime. Mi ricordo che in chiesa vedevo tutti i miei parenti disperati. E mi chiedevo, “come mai io non mi sento così?” Cercavo di sforzarmi, ma dentro percepivo solo una grande paura e un blocco che non mi permettevano di lasciarmi andare.

In quel momento mi sentii profondamente in colpa. E mi domandavo: “Come mai non riesco a piangere? Non le volevo abbastanza bene? Eppure lei per me era così importante!”

Capii con gli anni che se non mi lasciavo andare c’era un perchè. Compresi che da piccola avevo subito diversi traumi che mi avevano bloccato e vivevo condizionata dalla paura. Qui ho scritto della paura che mi paralizzava.

In quella situazione, non avrei potuto sentire nulla. Certo, da un lato pensiamo che non sentire tristezza, disperazione, smarrimento sia un vantaggio. “Meglio se non sento nulla.” Ci diciamo a volte, “così non soffrirò”. Sì, ma il punto è che dove non passano la tristezza, la rabbia e altre emozioni scomode, non passano neanche la gioia, la felicità e l’amore. Come la mettiamo?

Come facciamo a sentire queste emozioni che ricerchiamo a tutti i costi di cui abbiamo bisogno, se siamo bloccati?

Bisogna percepire le emozioni scomode! Perchè se quelle ci arrivano, proveremo (e lo proveremo intensamente), anche la Felicità e l’Amore.

Per cui non chiudetevi quando sentite sofferenza; non scappate se sentite dolore. Dove passa il dolore, passa anche l’amore.

Ecco come imparare ad amare:

Evitate di sfuggire di fronte al dolore e alla sofferenza; vivetelo e sentitelo intensamente!

Se pensate che questo sia difficile per voi e non vi riesce, chiedete aiuto e sostegno. Non è una vergogna farlo. Vi farà capire chi siete, cosa avete nel vostro cuore e nella vostra anima. Vi farà recuperare autostima e rispetto. Diventerete più consapevoli di voi e nel tempo imparerete anche a diventare empatici; una caratteristica che è indispensabile per amare. Significa mettersi nei panni dell’altro! Cosa che quando siamo troppo presi da noi stessi non riusciamo a fare.

In questo modo potrete fare dei progressi e crescere veramente. Il distacco da un genitore vi permette di avere la vostra individualità e acquisire la capacità di amare un’altra persona. Potrete così avere relazioni significative d’amore.

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