Azzurra e la sua vita imperscrutabile

Azzurra e la sua vita imperscrutabile

A volte ci sono legami così robusti e consistenti che si crede non possano mai essere divisibili. Azzurra e la sua vita imperscrutabile.

Assodati da diverso tempo, si incomincia a pensare che durino in modo perpetuo. Esiste un per sempre? E’ reale?

Azzurra quel giorno aveva appuntamento con Vitalba. Azzurra e la sua vita imperscrutabile.

Le due amiche si conoscevano fin dall’infanzia e condividevano quasi tutti i momenti scolastici e extra scolastici, insieme.

Si erano conosciute davvero ancora piccolissime, alla scuola materna, per poi proseguire alle elementari e alla scuola media inferiore. Lei ricordava ancora quando in prima media Vitalba le si era avvicinata e le aveva detto:

«Noi ci siamo conosciute alla scuola dalle signorine, io ero nell’aula celeste e tu in quella gialla».

Azzurra l’aveva guardata cercando di ricordare quel viso tondo, con i capelli morbidi che scendevano sulle spalle, formando un caschetto dolce e regolare. Quanto desiderava avere dei capelli fatti così! Li aveva invece grossi e mossi e non c’era verso di dargli un ordine da femmina. Anche se il viso di lei, essendo abbastanza largo e tondo, non le piaceva.

«Ah, davvero?! Non me lo ricordo», rispose Azzurra impacciata.

Dei giorni all’asilo solo una memoria era sopra tutti. La prima mattina che la mamma la portò lì e la consegnò alla maestra di turno andandosene subito. Lei si sentì mancare per la sua assenza. Il suo smarrimento fu totale ed esplose in un pianto che in pochi sarebbero riusciti a calmare. Solo la signorina Adele le fu vicino in quel momento. Divenne così la sua educatrice preferita. Di lei rammentava ancora la voce gentile e piena di amabile comprensione. Come poteva ricordare quella bambina in quel nebuloso momento, che poi si era prolungato per quasi tutto il periodo della istruzione materna? Lei a scuola non ci voleva stare; voleva rimanere a casa con la mamma. Le importava poco di giocare con gli amichetti e di imparare cose nuove che tutti genitori e parenti, andavano decantando. Proseguì Vitalba: «Sì, sì…mi ricordo bene che tu mangiavi nel tavolo vicino al mio e al pomeriggio facevamo il riposino poco lontane.»

Azzurra continuava a essere smemorata e pensò: “Quante cose si ricorda questa…mah”. E un po’ distratta era andata a prendere il suo posto al banco, uno tra i primi, davanti. A fianco a lei, Francesca. Una simpatica fanciulla con un viso aperto e genuino, capelli cortissimi quasi da maschio. Nel tempo aveva appreso che era la figlia di un medico. Divenne così presto, “la figlia del dottore”, acquisendo pregio e rispetto da lei e dagli altri della classe. Azzurra e la sua vita imperscrutabile.

Durante i giorni di scuola Azzurra non dava troppo peso a Vitalba, era piuttosto lei a starle dietro. A chiederle dei compiti, ad attaccar bottone e a raccontarle le cose della sua vita.

«Sono figlia di Vallenoci, in dialetto soprannominato Cuciarul», le aveva detto un giorno,

«il negozio di caramelle che è qui vicino. Quando vuoi ci andiamo insieme.»

Di quegli anni non aveva molte memorie; le due bambine avevano iniziato a frequentarsi più assiduamente nel periodo delle scuole medie. Così i Cuciarul, il quale nome era già conosciuto dai genitori di Azzurra, erano diventati un punto di riferimento. Lei trascorreva le giornate a casa loro. Nei pomeriggi inforcava la bici, si avviava per la strada che passava a fianco allo stadio e arrivava da Vitalba. Lì si fermavano nel garage che era fresco e si apprestavano a tirar fuori le carte da gioco. Oppure era Vitalba ad andare da lei, quando si volevano incontrare. In quell’occasione, dopo aver chiacchierato, se ne andavano alla pizzeria ‘Da Antonio’, poco distante da casa di Azzurra. Lì mangiavano una pizza deliziosa. Il titolare di origine napoletana, era il padre del loro compagno di scuola Antonino. Così le due amiche ne approfittavano per assaporare quella bontà e salutare l’amico. Lui aiutava il padre nella sua attività, forse volendo ricalcarne le orme una volta cresciuto. Quel giorno volevano confrontarsi perché la terza media era stata superata e in piena estate stavano cercando di decidere per quale scuola superiore optare. Azzurra e la sua vita imperscrutabile.

Era Azzurra a trascinarla nelle sue idee fantasiose e creative che in parte erano condivise da Vitalba.

«Sai c’è questo istituto a Reggio Emilia, con delle materie strabilianti, dai un’occhiata sul sussidiario delle scuole superiori, lì viene descritto molto bene.»

A loro piacevano le lingue straniere e stavano cercando una scuola dove studiarle. L’istituto superiore formava accompagnatrici turistiche. Erano attirate da questa preparazione che avrebbe permesso loro di viaggiare per il mondo. Così convinsero i genitori e un giorno tutti e sei partirono in treno per visitare la scuola e il convitto dove alloggiare. Dormire fuori sarebbe stata un’avventura per tutte e due. Ad Azzurra però vennero dei dubbi per la lontananza da casa e così cambiò idea. Scelse la scuola alberghiera che aveva più o meno lo stesso tipo di contenuti, poco distante dalla sua abitazione. Vitalba la seguì. Ancora insieme per le scuole superiori. Quando qualcuno chiedeva qualcosa su loro due, Vitalba sottolineava che avevano fatto tutte le scuole insieme, fin dai primi anni della materna.

«C’è una serata di ballo questo sabato all’Universal», disse Azzurra un giorno. «Ci andiamo con mia sorella e mia cugina, vuoi venire?» Avevano intorno ai diciassette anni.

«Mah… non mi piacciono molto i locali rumorosi. So che i compagni di classe fanno una serata a casa di Riccardo, poi qualcuno si ferma lì per la notte. Io ci voglio andare», le rispose Vitalba.

«Penso sia troppo presto per andare a ballare, alla nostra età…non mi attira.»

“Troppo presto?” Pensò Azzurra. Lei non vedeva l’ora. La musica, le nuove conoscenze, la possibilità di sentirsi libera anche se con lei aveva sua sorella e sua cugina, le davano le vertigini alla testa e niente e nessuno avrebbe potuto fermarla. Il babbo non si era tirato indietro per accompagnarle in discoteca e così era stato. Lei a un certo punto pensò che Vitalba era pedante e a volte noiosa.

Cosa avevano in comune in fondo loro due? Solo il fatto di aver frequentato quindici anni di scuola insieme? Non le interessava andare a casa dei compagni di classe. Andare a danzare la faceva sentire di gran lunga più sbloccata. Lì erano iniziate le prime differenze tra le due amiche, le prime cose fatte separatamente. In un certo senso, anche i primi dispiaceri per non trovarsi più a condividere come prima. A volte i primi sensi di colpa per non fare ciò che l’amica le chiedeva o quello che i suoi coetanei compivano. Lei si sentiva diversa. Azzurra e la sua vita imperscrutabile.

Alla fine delle superiori, Azzurra volle cercarsi un lavoro fisso, mentre Vitalba desiderava andare all’estero e fare la ragazza ‘au pair’, per imparare a parlare correttamente le lingue.

Questo era durato circa tre anni. Quanto la invidiava! Lei aveva avuto questa capacità di scegliere di andare fuori dal paese, una famiglia che la manteneva fino a che non avrebbe lavorato e percepito una buona ricompensa. Mentre Azzurra non si sentiva capace di fare altrettanto. Per lei era di vitale importanza essere indipendente dal lato economico, per questo aveva cercato subito un lavoro. E lo aveva trovato. Poi arrivò un fidanzato e dopo circa quattro anni, andarono a convivere. Augusto veniva da una città del sud, lontana dalla sua, così quando avevano deciso di vivere insieme lui aveva lasciato il suo lavoro e si era trasferito; non avendo ancora un’occupazione contavano solo sul salario di lei. La sua era stata una famiglia burrascosa così non vedeva l’ora di allontanarsi da casa. Un giorno Vitalba era tornata da uno dei suoi soggiorni all’estero e avevano deciso di incontrarsi. Azzurra era andata da lei, sola. Augusto era rimasto a casa. Le due amiche avevano tanto da dirsi.

«Azzurra, che piacere vederti…come va?»

Lei rispose: «tutto bene!» In realtà aveva sentito crescere dentro un’ansia difficile da individuare.

Il fatto che Augusto ancora non lavorasse non la faceva sentire a posto. Si sentiva giudicata, forse lei stessa criticava quella situazione. Quelli erano i sentimenti che la pervadevano quando andò da Vitalba. Entrarono nella camera di lei; quanti pomeriggi passati lì a raccontarsi le avventure di quei giorni, tra studio e discorsi sui compagni di scuola!

«Ma Augusto cosa fa tutto il giorno?» La aggredì subito Vitalba, senza troppi preamboli. Lei rimase allibita e senza parole.

«Beh, intanto tiene la casa…io sono fuori tutto il giorno, lui fa le faccende e cucina.» Disse poco convinta Azzurra, imbarazzata.

«Ma ti sembra un uomo possa fare una vita del genere? Ti rendi conto che ti sfrutta? Lui è venuto qui per non fare nulla e appoggiarsi a te!» concluse con rabbia. Azzurra e la sua vita imperscrutabile

«Non è una situazione rosea… ma ci vogliamo bene e con il tempo si sistemano queste cose. Credo che sia più importante comprendersi. Non credo affatto che lui sia venuto qui apposta per sfruttarmi. Ora perché lui è del sud non significa che non abbia voglia di lavorare. Si trova in un posto nuovo e non è semplice ambientarsi.»

«Sì, non dico che non tenga a te, ma secondo me lui è venuto qui per non fare nulla!», proseguì lei, senza sosta. Aveva le guance colorate di rosso fuoco. La rabbia la possedeva e con il suo sguardo la trapassava da una parte all’altra come se lei non esistesse e non avesse diritto a difendersi.

Azzurra si sentì così impotente e aggredita che non trovò niente di meglio da fare che alzarsi e salutarla, in un clima di tensione.

Una volta a casa, andò a letto e passò la notte a rigirarsi e a farsi mille domante. Il mattino dopo incappò in una brutta lite con Augusto e non mancò di dirgli che la sua amica preferita lo considerava un buono a nulla, approfittatore. Si sentiva troppo ferita per rendersi conto che così facendo metteva i due inevitabilmente uno contro l’altro. Ma che importava? Ora le cose tra lei e Vitalba erano cambiate definitivamente e nulla sarebbe stato più come in passato.

Qualche giorno dopo aveva chiesto di rivederla. Si sentiva ancora ferita e in collera con lei per come l’aveva trattata. Voleva restituire l’offesa che aveva ricevuto.

«La nostra amicizia termina qui. Io non voglio più vederti, perché tu non hai rispettato me e il mio fidanzato!» Disse con rabbia. L’altra cercando di chiederle scusa si sciolse in un lago di lacrime. Azzurra non volle sentire ragioni e se ne andò.

Iscriviti alla newsletter

Per restare sempre aggiornato sui miei articoli, le mie storie e su quello che faccio, entra a pieno nel mio mondo!